Nessuna penalizzazione per chi decide, dopo un ragionevole numero di anni (almeno 35 anni considerando anche l'età a cui si arriva al lavoro e le frammentazioni, non sempre armonizzabili, contributive esistenti) di lasciare il lavoro., con il calcolo misto (se lavoratori prima del 95) o contributivo. Tenere in massima considerazione quelle attività lavorative che anche se non considerate dal punto di vista legislativo"usuranti" di fatto lo sono enormemente (provate a lavorare nei cantieri come muratori, o nelle fabbriche o a condurre autotreni, o insegnare, o a lavorare come inservienti nelle case di riposo/cliniche, ecc.). Ridurre a 3/4000 € mensili quelle pensioni d'oro o di platino; rendere equo il sistema previdenziale (lavorando nel settore so quel che dico: a 67 anni e sette mesi il presunto nullatenenete/facente si prende l'assegno sociale pari a 448 € dopo aver bellamente lavorato in nero come la donna di servizio che dopo ventanni di attività arriva a tale cifra con l'integrazione) e socio assistenziale (lo sapete che l'indennità d'accompagnammento è un beneficio economico che prescinde dai redditi personali e familiari ?). Ultima considerazione con un pizzico di polemica: il governo Monti ha fatto quel che il parlamento non ha voluto fare e neppure il PD può sottrarsi dalla grave responsabilità, insieme ai sindacati della situazione attuale.
Flessibilità in uscita, sei d'accordo?
Il blocco dei requisiti anagrafici per andare in pensione, contenuto nella riforma Fornero, ha penalizzato le assunzioni di giovani. Ci sono diverse proposte in campo per introdurre maggiore flessibilità in uscita, prevedendo però decurtazioni in caso di pensionamento anticipato. Cosa ne pensi?
